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11 settembre 2013 3 11 /09 /settembre /2013 11:02

Evangelizzare è l'atto del comunicare: esprimere e trasmettere un messaggio ad un interlocutore. Perché sono stati usati i due termini ESPRIMERE e TRASMETTERE? In altre parole il cristiano o è un testimone o non è nulla. Chi annuncia l'Evangelo, per TRASMETTERE, deve aver sperimentato pienamente ciò di cui parla altrimenti il suo parlare è solo la vocale ESPRESSIONE di concetti teorici e, quindi, non è credibile oltre che per nulla convincente. Inoltre, Evangelizzare non solo COMUNICARE ma anche ASCOLTARE. Prima di parlare bisogna saper ascoltare per riuscire a dare il messaggio giusto. In altre parole per farsi capire è indispensabile prima capire. Questa è la prima, grande, necessaria regola dell'Evangelizzazione.

 

Ma qual è il fulcro del messaggio EVANGELISTICO? L'epicentro della conversazione evangelistica, il soggetto e l'oggetto della trasmissione è L'EVANGELO. Evangelizzare è annunciare l'Evangelo di Cristo Gesù. Quindi occorre fare una netta distinzione tra gli incontri a carattere religiosi (comunicazione ecclesiastica: adesione ad una chiesa o ad uno stile di vita) dall'Evangelizzazione. Ritengo che uno dei maggiori ostacoli dell'Evangelizzazione sia proprio l'identificazione di quest'attività con la comunicazione delle istituzioni ecclesiastiche: spesso più che predicare l'Evangelo, si fa opera di proselitismo a PRO di questa o quella religione. ECCO UN ERRORE FATALE che alimenta la confusione del mondo d'oggi. Ti sia ben chiaro una volta e per sempre: "Nessuno è disposto a rinunciare ai propri valori e alla propria visione della vita senza alcuna CONVERSIONE a Cristo". Rimane, quindi, un perditempo imboccare la via del convincimento culturale. Gesù non invitò i due discepoli di Giovanni a vedere dove dimorava; prima vi fu la domanda dei due: «Maestro dove dimori?» e solo dopo Gesù rispose: «Venite e vedete» (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.1 versi 38 e 39). EVANGELIZZARE SIGNIFICA PORRE LE PERSONE DI FRONTE A GESU'; se il modo in cui lo facciamo è credibile, ad un certo punto ci sarà chiesto cosa fare, dove farlo e con chi farlo.

 

Con l'EVANGELIZZAZIONE il credente svolge il suo compito di comunicare il messaggio dell'Evangelo. Ora questa comunicazione va tenuta aperta costantemente a presciondere dal tipo di accoglienza che l'annuncio riceve. Il credente non può interrompere la comunicazione a favore del contenuto della sua fede, perchè il contenuto della fede è precisamente la volontà di comunicare con l'altro senza per questo aspettarsi che l'altro si convinca o si converta. NON APPARTIENE ALL'EVANGELIZZAZIONE LA CONVERSIONE. La conversione è scelta che riguarda solo ed esclusivamente il mio interlocutore mentre io non mi pongo altro problema se non il LIETO ANNUNCIO. Spesso sfugge questa visione: noi siamo annunciatori e non giudici. Solo lo Spirito di Dio può convincere facendo risuonare l'annuncio come appello e giudizio.

 

Ed infine... è importante saper distinguere la propria esperienza di fede dall'annuncio dell'evangelo. In altre parole occorre mettere in preventivo che la risposta o l'esperienza di fede del nostro interlocutore possa avvenire per vie diverse dalle nostre. L'incontro con Cristo è sempre produttivo di novità e non è detto che avvengano le stesse cose avvenute a chi evangelizza: i destinatari dell'evangelizzazione non devono diventare imitatori di chi gli reca il messaggio. E' scritto: «Ora questa è la vita eterna: che conoscano Te come solo vero Dio e Gesù Cristo che tu hai mandato» (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.17 verso 3). Ecco, questo è l'obiettivo e la sostanza dell'evangelizzazione. E poi potrà (parlo per espereinza) persin accadere che le persone seguano il Signore, ma non insieme a noi; anche qui valgono le parole di Gesù: «Chi non è contro voi è per voi» (Rif. Evangelo di Luca Cap.9 verso 50).

 

La Redazione 
Fonte di Vita Group

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